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You can find on this page a selection of 15 articles describing the work of Domenico dell’Osso. For translations and further info plese contact the Artist.

La serenità si costruisce pensando in modo positivo (testo della mostra personale a Venezia nel settembre 2011)

Atmosfere surreali e fantastiche, si mescolano a iconografie di sapore fumettistico e pop, molto vicine alle esperienze low brow. Un modo fantasioso per narrare e superare le disavventure in cui ciascuno può incappare in ogni istante: i sempre ricorrenti, al giorno d’oggi, “imprevisti” o “piccoli incidenti”. Nelle Opere di Dell’Osso c’è un inquietudine sottile, vagamente angosciosa, costantemente contraddetta da una gioia di vivere raffigurata da un’atmosfera di delizia dove tutto è sublime e leggero, e ogni peso viene annullato, ponendo così esseri e cose sullo stesso piano. Nelle sue Opere tutto quel che può far paura all’uomo diviene innocuo; il suo non vuole essere dunque un rapporto tragico (come può apparire in un primissimo momento guardando distrattamente le sue Opere), ma una visione reale dei limiti dell’essere umano, limiti trasformati in gioco tramite l’accettazione del senso di realtà sorretta dall’ironia. L’Ironia, legante fondamentale per rendere possibile la vita con le sue difficoltà, dove anche la comprensione dell’inaspettato, a quel punto si dimostra componente vitale dello sviluppo armonico dell’essere. Spunti grotteschi, fantasie infantili, vissuto, gioie, sofferenze, ecc, si fondono all’interno delle sue stanze (proiezioni interiori dell’uomo), nelle quali, con ottimismo, l’omino affronta giorno dopo giorno, disegno dopo disegno, come in una narrazione a puntate, la moltitudine di situazioni comuni a tutti. L’omino non mostra mai il viso affinché chiunque di noi possa riconoscere il proprio volto nel suo. Con l’ironia e le forme morbide e semplificate dei suoi disegni e dipinti, Dell’Osso trasforma la realtà in una sorta di fumetto, per facilitare (allo spettatore) l’identificarsi nel soggetto, mettendosi in discussione, fino a comprendere come le paure quotidiane, valutandole da punti di vista differenti (come ad esempio prendendo spunto da alcuni titoli), diventino inesistenti e che dunque a volte basta cambiare un piccolissimo pensiero per trasformare un immenso mondo interiore. La serenità si costruisce pensando in modo positivo, questo il messaggio che Dell’Osso vuol trasmettere; qualsiasi situazione (anche negativa) se viene affrontata con ironia, tenacia e forza d’animo, porta ad una maggiore consapevolezza della vita come una cosa stupenda. Nelle sue Opere si rivive un ritorno alla fanciullezza dello spirito che apre la strada verso un’allegria carica di serenità nel rapporto tra l’Io e il mondo circostante e allo stesso tempo densa di elevati livelli di coscienza.

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Dell’Osso è un segnale del mondo di oggi Critica di Philippe Daverio (tratta dal video di una premiazione)

Dell’Osso è un segnale del mondo di oggi e di un’età di oggi. L’abbiamo scelto per due motivi, il primo perché cercavamo un’opera che fosse praticamente legata alla linguistica di oggi, e nella sua Opera abbiamo trovato delle caratteristiche provenienti un pò dal mondo virtuale che andavano a congiungersi con il mondo dell’attualità dove la fotografia non era fotografia ma era un pò pervertita da gesti di pittura nonché da interventi successivi, e il secondo motivo perchè abbiamo visto che dietro c’era un Saraceno, dunque mettendo le due c ose insieme non abbiamo potuto esitare ad assegnare il primo premio a Dell’Osso…

Dell’Osso capostipite dei pop surrealisti italiani Parte dell’articolo a cura di: Igor Zanti, pubblicato a Marzo 2011 sulla rivista Inside Art Il più occidentale dei linguaggi neopop è debitore della dimensione simbolista SURREALISMO O SIMBOLISMO?

… Sicuramente quando si parla di pop surrealismo il primo e più diretto riferimento va all’esperienza statunitense e a quel nutrito gruppo di artisti che si raccoglie intorno alla galleria newyorkese Jonathan Levine. Bisogna però ricordare che questo fenomeno, questa corrente o, come la definisce Ivan Quadroni nel suo “Italian newbrow”, questa attitudine, è presente a vari livelli e si sta affermando con una certa fortuna anche in Italia. Domenico Dell’Osso, per esempio, da anni produce una pittura dove tutti gli elementi classici del pop surrealismo sono presenti a tal punto da poterlo definire il capostipite dei pop surrealisti italiani… …Per quanto il pop surrealismo, come si è visto, si stia affermando sul suolo italiano, e vi sia un certo interesse anche a livello internazionale, come dimostrano le recenti mostre dedicate dalla…

Dell’Osso è uno dei più giovani e brillanti talenti della figurazione italiana salito a bordo di Costa Deliziosa Recensione a cura di: Martina Corgnati (Arte a bordo, catalogo Costa Crociere presentato alla Triennale di Milano il 23 Febbraio 2011 da Martina Corniati e Philippe Daverio )

E’ uno dei più giovani e brillanti talenti della figurazione italiana salito a bordo di Costa Deliziosa. Un incontro folgorante, anzi un colpo di fulmine: sulla nave dedicata al piacere e alla bellezza, alcune suites portano la sua firma e una parte della sinfonia pittorica dello scalone di poppa, I luoghi di delizia. Il suo è un mondo surreale, dove tutte le leggi fisiche sono annullate, dove capidogli, orche lucciole e farfalle convivono gioiosamente: la natura è un miraggio alla Rousseau, libero e immune dalle costrizioni della storia e dagli interessi dell’uomo. E’ deliziosamente selvaggia. Sono opere brillanti e di grande originalità. Cosa ci fa una balenottera azzurra in cima ad una montagna? E i capidogli in un boschetto, a caccia di lucciole? E una mucca olandese su un iceberg al polo nord? Il giovane artista pugliese Domenico Dell’Osso, vincitore del Premio Arte Mondadori nel 2007 e del Premio Celeste l’anno successivo, non è nuovo a queste proposte di un ecologia fantastica, tanto sorprendenti e brillanti da portarlo a bordo di Costa Deliziosa con un gran numero di dipinti, ambientati nelle suites e sugli scaloni. Dell’Osso è un eccellente interprete di quella nuovissima figurazione dal sapore tecnologico e tecnica impeccabile che ha convinto parecchi fra gli artisti italiani delle ultime generazioni. I suoi acrilici, eseguiti con minuzia da miniaturista e con perfezionismo da iperrealista, sono portatori sani di un originale spirito surreale, che coniuga in una sintesi imprevista il gusto per l’assurdo dei figliocci di Breton con le dirompenti possibilità della realtà virtuale e dell’hi-tech digitale. “Il messaggio che cerco di dare tramite le mie opere”, ci spiega Dell’Osso “è che qualsiasi situazione (anche negativa) se viene affrontata con ironia, tenacia e forza d’animo, porta ad una maggiore consapevolezza di quanto la vita sia una cosa stupenda”. In questi paesaggi, perfetti tanto per un film di fantascienza quanto per un rendering di paleontologia, convivono allegramente con grande leggerezza mammiferi marini, terrestri, coccinelle giganti e lucciole, pesci spada e ranocchie fuori scala insomma tutto il possibile e anche l’impossibile in un insieme allegro, ottimista e sorridente.

Uno dei più puri ed interessanti esempi di penetrazione della cultura pop surrealist nel panorama artistico italiano Giudizio critico a cura di: Igor Zanti pubblicato sul catalogo Ceres4Art 2011

La pittura di Domenico Dell’Osso è uno dei più puri ed interessanti esempi di penetrazione della cultura pop surrealist nel panorama artistico italiano. Ci si rende conto, osservando il suo percorso, come Dell’Osso sia giunto ad una sintesi che l’avvicina molto alle esperienze low brow tipiche di una certa tendenza dell’arte statunitense, prendendo il via da una dimensione puramente italiana. Una sontuosa e ricercata materia pittorica, avvalorata da un uso sapiente dell’ olio che ritrova le sue radici e crea strettissime connessioni con la tradizione della pittura classica, si unisce ad un tessuto iconografico che presenta tutti gli elementi tipici del pop surrealism americano. Le tele di Domenico Dell’Osso sono, infatti, permeate da una costante ricerca di magici non sense, calate in una dimensione di surreale straniamento e caratterizzate dalla presenza di personaggi ed elementi feticcio. L’omino solitario-di evidente ispirazione autobiografica- le balene dai tratti infantili, le rocce o il mare- quasi sempre in tempesta- il cielo plumbeo e minaccioso, sono costanti della poetica pittorica della’artista e si ripropongono con ciclicità nelle sue opere, quasi a delineare un percorso che si basa su rimandi velati che tendono a definire una dimensione narrativa complessa e articolata.

Biennale da vicino: We are what we are di Dell’Osso (Articolo di Giovanni De Stefano)

…è artista che svetta per tecnica e contenuti per l’altezza di una buona pala eolica sulla testa degli altri suoi compagni di mostra. Non è un caso se molti di loro sono esposti solo nelle case museo delle loro sorelle e, invece, 200 degli acrilici dellossiani costituiscono una foltissima arca di Noè pittorica e stipata, proprio come in un parallelo con l’episodio della Genesi, in una grande nave (in questo caso, non una da diluvio universale, bensì da crociera: la Costa Deliziosa di Costa Crociere). We are what we are (“Siamo quello che siamo”) rappresenta un paesaggio diviso a metà. Non neoplatonicamente a metà, come in tanti dipinti di dialettica fra Dio e uomo, con un cielo e una terra che lottano per finta in una battaglia pareggiata in partenza. Il paesaggio è diviso bensì fra un settore sinistro, in cui un paesaggio tipico rinascimentale misto roccioso e alberato sta per essere travolto da uno tsunami, e un settore destra, in cui un uomo teledipendente guarda tranquillamente il suo programma preferito, da un piccolo televisore acceso giusto sull’asfalto di una strada. Intorno a lui un paesaggio pugliese contemporaneo: tralicci della luce, campi di grano, pale eoliche. Al centro di tutto un’apparizione tenta di salvare il salvabile, fra scempio del paesaggio e dell’anima: una specie di Madonna del Parto con capo fiammeggiante, col bambino che invece che starle ancora in grembo, come nell’iconografia conservata a Monterchi, le penzola fra le gambe dal cordone ombelicale. Un tragico, struggente, pericolosissimo tentativo di ritorno alla natura, nella speranza che il richiamo della foresta non sia troppo in ritardo. Questo dipinto solo a uno sguardo superficiale può sembrare solo folle. Invece è folle e anche profondamente ecologista. Almeno, lo è tanto di più rispetto alla maggior parte delle altre opere selezionate da Vittorio Sgarbi come attorno a un filo conduttore ambientale. L’acrilico biennallizzato di Domenico Dell’Osso è quanto di meglio potete vedere e toccare con mano… E non lo diciamo solo perché “gli piace vincere facile o: Dell’Osso è veramente un maestro della sua nicchia e non inserirlo nella selezione del meglio sarebbe stato un errore.

Le sue opere piene di luce, hanno dato un tocco di freschezza tra tanta antichità Lettera dell’organizzatrice della personale a Roma, pubblicata su varie testate giornalistiche Nazionali

Scrivo al vostro giornale per congratularmi con il pittore Dell’Osso del grande successo riscosso durante la mostra delle sue opere nella suggestiva via Giulia a Roma… Le sue opere piene di luce, hanno dato un tocco di freschezza tra tanta antichità. Ma la cosa che mi ha stupita è stata l’apprezzamento da parte dei visitatori di qualsiasi nazione e di qualsiasi età tra persone colte, critici d’arte, professori di accademie, giornalisti, attori, tra cui Michele Santoro, Giampiero Mughini, Gianmarco Tognazzi, Beccaria, il professore Enea Casadei, e tanti altri. Molti gli apprezzamenti come: uno stile nuovo e fresco, pittore di grande talento, giovane gia affermato, e, addirittura, giovani visitatori che attraverso le sue opere avvertivano il loro vissuto. Questo ha colpito anche me che scoprendo l’artista solo due anni fa e credendo subito in lui nonostante tutti i miei impegni ho voluto rappresentarlo nella grande città di Roma, dove, molti ancora parlano di lui…

La forza d’animo dell’uomo Autore: Yvonne (Recensione tratta dal catalogo della personale a Vicenza nel 2011)

…A proposito di ironia sofisticata dobbiamo parlare di Domenico Dell’Osso. Pittore eccellente. Vincitore di numerosi premi: premio Arte Mondadori 2007, Premio Celeste 2008, premio speciale Arte laguna 2011. Il suo lavoro è passato da un primo periodo di analisi personale a una fase di introspettiva incentrata sul collettivo e l’attualità. Le atmosfere dei suoi quadri sono surreali, fumettistiche, piene di particolari ironici, a volte anche esilaranti. L’opera esposta in questa collettiva ha una composizione naturalistica quasi antica, la pennellata lenta e precisa dei maestri di una volta, ma un linguaggio assolutamente contemporaneo. Una immagine che crea stupore, curiosità e apre la mente verso nuovi ragionamenti sul mondo e il suo attuale sovvertimento. Il pensiero magico di Domenico Dell’Osso è la forza d’animo dell’uomo…

Uno dei più grandi pittori Pugliesi Critica tratta dal discorso inaugurale della personale a Bari (pubblicata anche su varie testate giornalistiche Nazionali)

… Già avanti come esperienza e con una ben definita personalità pittorica si colloca egregiamente nell’area surrealista come traduttore minuzioso della realtà descrivendo il complesso labirinto di emozioni che lo possiede, sovvertendo la realtà stessa e facendo dell’antipittura evitando quel razionalismo pittorico per la sua espressività…

Autobiografia è un sogno pop –  Dell’Osso isola il suo alter ego sopra un iceberg. O nella giungla… Recensione a cura di: Alessandra Redaelli (Arte Mondadori)

Nato nel 1975 a Taranto, vincitore della Targa d’oro per la pittura all’ultimo Premio Arte, Domenico Dell’Osso fa una pittura complessa, dove atmosfere surreali si mescolano a iconografie di sapore fumettistico e pop, dove spunti grotteschi e fantasie infantili si fondono in paesaggi alla Saint-Exupèry. Solo contro una natura impervia, un uomo lotta per la sopravvivenza seduto sulla cima di un iceberg, oppure questo stesso uomo cavalca pesci giganti o animali feroci in paesaggi rocciosi invasi da una natura lussureggiante. Se nella serie degli iceberg la fissità dell’immagine è la semplicità dell’impianto – nonchè la scelta della scala cromatica – fanno pensare alla lezione di Magritte, i paesaggi rocciosi, affollati e dinamici, sono molto più vicini a Dalì. Domina, come nei lavori del maestro spagnolo, un inquietudine sottile, vagamente angosciosa, che però nei dipinti di Dell’Osso è costantemente contraddetta da una gioia di vivere che trova espressione nell’amore con cui è dipinta ogni foglia, ogni spruzzo d’acqua, ogni singola venatura della roccia. Con un fondo di ottimismo, l’omino (che l’artista, non senza una certa timidezza, confessa essere il suo alter ego) affronta giorno dopo giorno, tela dopo tela, come in una narrazione a puntate la quotidianità.

Fra favola e realtà Recensione a cura di:

…Dell’Osso in un momento della storia dell’arte contemporanea in cui l’eco di antiche formule tecniche vengono riesaminate, analizzate, riviste o riciclate, e ciò secondo la ritualità critica, sembra imponga un proprio linguaggio immaginativo ed etico in cui la visione diventa un qualcosa che si muove fra la favola e la realtà entrambe catalizzatrici di un principio che è “l’esistenzialità”, non freudiana o proustiana, ma conseguente alla tematica moderna. Surrealismo, simbolismo, realismo magico, neo-romanticismo: vengono in mente ma è puro astratto paragone perché nelle piaghe della rappresentatività di Dell’Osso c’è la ricerca di un modello che pur potrebbe rientrare in siffatto contesto culturale. Tuttavia egli irrompe nel nuovo modo di compitare con l’esistenza in fase problematica con i fantasmi dell’intelletto per una sempre diversa dimensione e una morfologia particolare. Questo il “nucleo” della pittura, in ispecie, del pugliese Dell’Osso che, dalla sperimentazione deve aver trovato nuovi strumenti per esprimersi in quella che, in fondo, è la considerazione dei fatti per comunicare con gli altri e visivamente esprimere il proprio punto di vista. Forse non manca nemmeno quella parte romantica che rientra nella metafora. L’inconscio-infine- tipico del Surrealismo – appare nell’intenzione dell’artista di indulgere ai concetti di lotta verso ciò che non sia amore delle cose e rifiuto della violenza: tutti elementi difficili da significare se non con il simbolo o l’allegoria…

PITTURA TARGA ORO Surrealismo ad alta definizione Testo tratto dalla recensione pubblicata il Novembre 2007 su Arte Mondadori a cura della redazione

Domenico Dell’Osso ha vinto la targa oro per la pittura con l’acrilico su tela “difficoltà di adattamento sociale – Sopravvalutazione del controllo dell’intelletto sulla materia dell’inconscio che ha la funzione di difesa dagli istinti visivi come pericolo – Chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quel che lascia non sa quel che trova “. Le atmosfere surreali, fumettistiche – pervase da una sottile inquietudine – sono rese dall’artista con una pennellata paziente e definita che esalta il raffinato gioco di luci.

Visioni contemporanee del paesaggio urbano Testo tratto dal catalogo della mostra a Matera a cura di Italia Nostra.

Si è parlato, per Dell’Osso, di un “surrealismo pop” una vena di ironia fantastica , a tratti fumettistica, capovolge in gioco le ansie della quotidianità. Tra echi di Dalì e sospensioni silenziose che conducono a Magritte, si snodano le serie figurative dai nomi descrittivi, ingenui all’apparenza – Paesaggi con Roccia, Interni con ombra – in cui gli ambienti non sono altro che proiezioni interiori. La natura rigogliosa, resa con estrema cura, ad un primo sguardo appare incontaminata, ma rivela presto la sua anima “urbana”: tra le rocce si stagliano cancelli di ferro, negli iceberg si aprono piccole finestre e le balene restano spiaggiate sull’asfalto. Un omino tondo, alter ego dell’artista, è l’unico essere umano ad aver confidenza con un cosmo poco rassicurante; interagisce con gli animali, talvolta moltiplicandosi come clonato . l’atmosfera inquieta come si trattasse di una contemporanea preistoria, è contrastata dalla sconfinata forza della vita, che Dell’Osso celebra in ogni sua opera.

Collettiva in Basilicata Testo di Damiano Laterza tratto dal Sole24ORE:

…In questo realismo postpasoliniano c’è posto pure per la surrealtà di Domenico dell’Osso (classe 1975, già vincitore del Premio Celeste). I suoi esseri robotico-fumettistici posano in scenari sorretti da una metafisica contaminata di pop e onirico trip: urbanità come condizione intima…

A mio padre Testo tratto dal catalogo della Personale a Milano: …La sua pittura affronta il problema dei surrealisti europei, quello di rendere la realtà come sogno, piuttosto che il sogno come realtà figurativa. La differenza sta nel fatto che, mentre il sogno è arido, privo di poesia e appena evanescente nella memoria, la pittura di Domenico Dell’Osso è viva, fatta di ricordi recenti e indimenticabili, di memoria giovane e indelebile, piena di poesia e di fascino. Le sue forme si sono formate da sogni, immaginate, ma non gratuitamente, perché sono sempre sottilmente collegate alla realtà che lo circondano…